Lamentarsi non è mai una soluzione.
Frase ormai strausata, stucchevole, addirittura fastidiosa. Molto fastidiosa.
Un po’ come tante in questo periodo.
Una parola che odio è Resilienza, forse ne scrissi già.
Non capisco perché debba essere un pregio la capacità di resistere alla sofferenza: parte dal presupposto che si debba soffrire e mi turba.
La situazione che forse fa più male però è l’insoddisfazione di chi ti circonda.
Prova a pensarci: figli, mogli, mariti, colleghi di lavoro, amici, tutti.
Ti prodighi per vederli felici e loro sono perennemente insoddisfatti.
C’è chi annulla la propria vita, c’è chi rinuncia a qualcosa di importante ma nulla, l’insoddisfazione e la sufficienza regnano sovrane sulle facce di chi ti sta intorno.
E’ lì che la frustrazione fa radici, cresce, alimentata da quelle espressioni, quegli occhi, quegli sbuffi continui.
A lungo andare fa fiori, poi frutti amari.
Ci puoi fare una macedonia di tristezza.
Forse è li che inizi a perdere il senso della vita?
E’ lì che diventa tutto difficile?
E’ li che devi usare la parola “resilienza”?
Non lo so, ma fa male.
Ti vengono in mente mille domande e a una certa età è meglio non farsele.
A una certa età non ci si dovrebbe fare nessuna domanda, si dovrebbero avere le risposte.
E io continuo ad avere mal di testa.
[Life] Posso fare qualcosa per te?
25 mercoledì Ago 2021
Posted Parole in libertà
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